La Stazione Frigorifera Specializzata – la rotonda – magazzini generali verona sud
La Stazione Frigorifera Specializzata – la rotonda – magazzini generali verona sud – ing. Pio Beccherle (1929)
La Stazione Frigorifera Specializzata, inaugurata nel 1930, è un eccezionale episodio di cultura tecnologica avanzata e sicuramente uno dei più significativi manufatti di archeologia industriale compresi tra gli anni’30 e ‘40.
L’edificio, articolato su una pianta circolare, presenta esiti formali e monumentali rispondenti alla complessa serie di esigenze funzionali. Progettato dall’ingegnere Pio Beccherle, il fabbricato evoca nella mole cupolata la grande architettura utilitaria francese del secolo scorso e per certi aspetti il preesistente Forte Clam.
Il complesso frigorifero viene edificato con lo scopo di conservare le derrate nel periodo intercorrente fra il loro arrivo a Verona e la loro spedizione inoltre in appositi locali veniva effettuata la cernita e l’imballaggio.
Tutta la costruzione, direttamente servita dalla ferrovia, si sviluppava attorno alla grande piattaforma girevole centrale di diametro 17,94 metri posta in un ambiente coperto a cupola. Quest’ultima smistava i vagoni carichi di merci nelle sette gallerie di refrigerazione e nelle otto celle per frutta e verdura.
Esternamente alle celle vi è un altro anello destinato a locali per la lavorazione delle derrate e ai macchinari del frigorifero.
I vagoni entravano dall’ingresso principale costituito da un poderoso portale segnato da bugne in cemento per raggiungere poi la piattaforma girevole nel centro dell’edificio.
Al primo piano vi sono altri locali che erano destinati a magazzini dei cereali il cui scopo principale era quello di meglio isolare dall’esterno la parte raffreddata dell’immobile. Sempre al piano superiore del corridoio principale d’ingresso si trovavano gli uffici su due livelli.
La struttura dell’edificio è duplice:
- la prima è una struttura portante in cemento armato costituita da pilastri, da travi sagomate agli estremi per aumentare la superficie collaborante, i solai e un’altra struttura portante essenzialmente verticale che presenta una composizione varia dal mattone alla pietra e al tufo.
-.la seconda è di tamponamento con una composizione formata da mattoni e pietre.
Negli anni ‘70 l’edificio fu interessato da una radicale ristrutturazione con la quale viene eliminata la piattaforma, mutati i collegamenti fra le celle e creati nuovi spazi frigoriferi.
Attualmente, pur con le avvenute trasformazioni e la recente dismissione, l’edificio appare ancora integro, sebbene avviato ad un rapido degrado.
fonte: paolocogotti.com